Lettera aperta a Onorio Rosati candidato di Liberi e Uguali alla presidenza della Regione Lombardia.

Caro Onorio,


Come ho affermato in diversi interventi alle assemblee di Liberi e Uguali tenutesi prima dell’avvio della campagna elettorale e come hanno fatto anche altri compagni (penso a Cornelli, a Mangili e altri), non mi ha entusiasmato la fusione con Sinistra Italiana e con Civati.

Avevo aderito al progetto di una sinistra alternativa ad un PD di marchio troppo renziano quando questo era in embrione. Ho aderito e sostenuto tutti i passaggi, dai Comitati “Con Senso” per il no al referendum sulla Costituzione, alla nascita di Articolo Uno – MDP. Provenivamo quasi tutti da una Sinistra responsabile e di governo, stufi del segno “univoco” imposto al PD. Esistono, tuttavia, molte realtà di governo e di opposizione nelle quali, donne e uomini liberi e di Sinistra, collaborano – non da subalterni – con il PD.
Gli obiettivi di costruire una nuova Sinistra, radicale e popolare e di sconfiggere le destre razziste ed estreme, rappresentano due priorità parimenti fondamentali.
E' apparsa ben presto chiara la tensione proveniente da Sinistra Italiana e da Civati di imporre il proprio diktat sulle alleanze. Così come è parso evidente il risiko di palazzo che ha visto, a fatica, la costruzione dell'alleanza di centro sinistra in Lazio, basata sui contenuti programmatici a scapito dell'alleanza in Lombardia.

Nella nostra regione, al candidato in corsa, Giorgio Gori, dopo il fallimento dell'ipotesi di primarie (avevamo un candidato?), non è stata concessa alcuna apertura al confronto sui temi e sui programmi. Una chiusura pregiudiziale che ha il sapore della ripartizione cencelliana tesa a soddisfare le volontà della dirigenza di S.I.

Da sempre ho scelto la passione e l'attività politica trasparente e coerente e queste dinamiche da retrobottega di macelleria non possono lasciare indifferenti né me , né molte altre compagne e compagni.

Conseguentemente e coerentemente ho deciso di abbandonare quella che stava diventando ed è diventata un’avventura solitaria e suicida in Lombardia. Conoscendo personalmente Giorgio Gori e condividendo l’opportunità che ci è offerta, di liberarci dopo 23 anni dal malgoverno della destra e della Lega in Regione, ho deciso di aiutare, supportare Gori e ho accettato la candidatura nella Lista “Gori Presidente” nella circoscrizione di Milano e provincia.
Continuerò a lavorare perché le diverse sinistre di buon senso possano presto farci reincontrare per condurre insieme le doverose battaglie per una Lombardia diversa.

Con stima e amicizia,

Stefano Apuzzo

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