Caos propaganda elettorale

Milano irregolare, Prefettura e Comuni allo sbando totale. Allo studio denunce e ricorso per slittamento elezioni.


Per contestare il caos provocato da Prefetture e Comuni, Stefano Apuzzo, nella mattinata di oggi, lunedi 19 febbraio, si è fatto affiggere su un tabellone con la colla a Milano e, con i chiodi, alle impalcature di legno, prive dei tabelloni, a Opera (Mi).


affisione cristiana
È caos totale sui tabelloni elettorali a Milano e provincia. La Legge elettorale ha creato grande confusione, la Prefettura ha aggravato la situazione e i Comuni, quasi tutti, hanno completato il quadro catastrofico, con il risultato che, a venti giorni dal voto, i candidati non possono affiggere i propri manifesti.

Ad esempio, a Milano città non sono previsti gli spazi per i candidati all’uninominale, i quali, se vogliono affiggere i manifesti, devono farlo negli spazi delle liste.

In alcuni Comuni, come Opera, questa mattina erano ancora in allestimento le impalcature e, precedentemente, sono state montate solo le stesse, ma non le plance per affiggere i manifesti. Alcuni Comuni usano i numeri per identificare gli spazi delle liste, altri le lettere. Il risultato è che, nella maggior parte dei Comuni, i tabelloni elettorali sono quasi tutti vuoti (fatto salvo per gli abusivi). I candidati, per legge, devono avere 30 giorni a disposizione per la propaganda elettorale. Se entro pochi giorni la situazione dovesse finalmente arrivare alla normalità, i candidati avranno si e no 15 giorni a disposizione per la campagna elettorale. “Ho chiesto ad alcuni avvocati di studiare la situazione, al fine di valutare se richiedere il rinvio delle elezioni e molto probabilmente sporgeremo denuncia verso i Comuni che non hanno ancora allestito gli spazi elettorali”, dichiara l’ex deputato Stefano Apuzzo, assessore di Rozzano e candidato della Lista “Gori Presidente”.

Personalmente, ho ovviato al caos creato da Prefettura e Comuni affidandomi ad un’agenzia di professionisti, la storica agenzia di affissioni Bergomi e Falcone, attiva da un ventennio nelle affissioni elettorali che sta curando le campagne elettorali di partiti e candidati in tutta la Lombardia. Nella confusione totale che regna oggi, chi affigge i manifesti, onde evitare multe salatissime al candidato, deve fare opera di studio e di interpretazione, agendo con cautela ma anche assicurando al candidato la visibilità necessaria”, prosegue Apuzzo.

L’agenzia mi fa notare che non è vero che i candidati non hanno prodotto i manifesti; loro affermano di essere bloccati in magazzino con una valanga di manifesti pronti da attaccare”, conclude Apuzzo.

Nota normativa.

Secondo la legge che disciplina la campagna elettorale, l’affissione dei manifesti di propaganda da parte di partiti o candidati va effettuata esclusivamente negli appositi spazi destinati in ogni comune. La legge disciplina anche le misure degli spazi (2 metri in altezza per 4 di base) nei comuni più piccoli e 6 metri per 8 nei comuni più grandi. La legge proibisce tra l’altro di usare muri o palizzate per la propaganda. In ogni comune, la Giunta municipale tra il 33esimo e il 30esimo giorno precedente la data del voto è tenuta a stabilire in ogni centro abitato gli spazi da destinare ai tabelloni, avendo cura di montarli nelle zone più frequentate dell’abitato, ripartiti in equa proporzione per tutto l’abitato. Il numero degli spazi dipende da Comune a Comune. In caso di coincidenza di elezioni, la Giunta deve provvedere a delimitare gli spazi distintamente per ciascuna elezione. Nel caso in cui la Giunta non provveda nei termini prescritti agli adempimenti, il Prefetto è tenuto a nominare un Commissario. I tabelloni vanno numerati da sinistra a destra, su una sola linea orizzontale. Secondo l’articolo 3 della legge 212, a 30 giorni dal voto, i comuni devono essersi organizzati. 

La legge non è stata applicata, né a Milano né nella maggior parte dei Comuni.
SA incollato

Pin It
  • Visite: 657